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Cantorso Chronicles

SCHEDA INFORMATIVA - Dipartimento spionaggio della pro loco Cantorso

 

Castagno

 

Uno stimato rappresentante della comunità delle piante che possiamo sicuramente definire imponente. Alto fino a 30/35 metri con una circonferenza di tronco che può raggiungere i 6/8 metri, in passato poteva toccare anche i 60 metri di altezza, ma si sa che il 'c'era una volta' è sempre meglio. La sua è una lunga storia di interessi con l'uomo, anzi per dire il vero gli interessi sono stati soprattutto dell'uomo, anche se il castagno potrebbe averne approfittato sfruttando l'ingordigia umana per diffondere la sua specie, cosa che certamente ha fatto quando ha potuto.
Pensate al grano. Da quando 12000 anni fa iniziò la nostra civiltà con la rivoluzione agricola, il grano è diventato il cereale più diffuso al mondo. Siete proprio convinti che sia solo merito della nostra mano d'opera e che non ci sia di mezzo una qualche strategia di diffusione vegetale che ha ampiamente approfittato della situazione? La risposta non è così scontata, soprattutto alla luce delle nuove scoperte nel campo dell'etologia vegetale che ci hanno tolto non poche certezze. D'altronde i frutti del castagno sono ciò che più si avvicina ai cereali perché ricchissimi di carboidrati, tanto da meritarsi il medioevale epiteto di "albero del pane".
La vita media di tutte le specie di organismi viventi è stata stimata intorno ai 5 milioni di anni, anche se i vegetali sono dei fuoriclasse in materia, raggiungendo stime molto più alte. L'homo Sapiens Sapiens, infatti, è apparso sul nostro pianeta solo 300000 anni fa, quindi, dall'alto dei suoi 10 milioni di anni d'età, il castagno può ben guardare agli uomini come dei fastidiosi e affamati pargoli rompiscatole. Probabilmente è per questa ragione che ha pensato di avvolgere i suoi frutti in pungenti involucri disseminati di abbondanti e appuntite spine per scoraggiarne il saccheggio. Nonostante ciò, gli uomini fanno manbassa di castagne da secoli e intere generazioni sono sopravvissute grazie a questi gustosi e nutrienti frutti, favorendo il nascere di mille leggende su di loro, perché si sa che quando all'uomo piace qualcosa subito ci ricama sopra con mille fantasticherie. Si narra, ad esempio che il castagno dei Centocavalli, situato sull'Etna, abbia salvato la regina Giovanna d'Aragona e i sui cento cavalieri fornendogli riparo da un terribile uragano, la chioma di questo esemplare misura ben 53 metri di circonferenza e si stima che l'albero possa avere 4000 anni. Il castagno è un compagnone di natura che non ama vivere isolato ma tende a formare grandi comunità, i castagneti, non disdegnando la vicinanza delle querce sue parenti come i faggi.
Gli piace costruire le sue colonie tra i 300 e i 1200 metri di quota, in ambienti con una temperatura media variabile tra i 10 e i 15 gradi e provvisti di abbondanti piogge perché ama molto l'acqua. Attenzione però, non lo troverete in terreni paludosi perché è un po' schizzinoso e non gradisce troppo i ristagni e l'acqua ferma, preferendo le zone ben drenate. Ama colorare le sue foglie con meravigliose tonalità che cambiano a seconda della stagione variando dal verde fino al giallo, l'arancione e il rosso, ma non lo fa per vanità, bensì, come tutti i suoi simili per lanciare chiari, precisi e mirati messaggi. Un tempo si riteneva che il fenomeno fosse dovuto alla diminuzione di clorofilla nel periodo autunnale, oggi si è capito che è un avvertimento lanciato agli insetti desiderosi di deporre su di esso le loro uova in previsione dell'arrivo dell'inverno.
Gli alberi spendono molta energia per colorare le loro foglie e dare un messaggio di forza e benessere agli aspiranti inquilini abusivi che cercano riparo per la stagione fredda, facendo loro notare che avrebbero sicuramente l'energia per scrollarseli di dosso e invitandoli nel contempo a trovarsi un'altra dimora Una curiosità sulle infinite possibilità che ci regala la natura: nonostante l'albero del castagno possegga i fiori sia femminili che maschili non è in grado di autofecondarsi, ma ha sempre bisogno di un altro esemplare della sua specie.

SCHEDA INFORMATIVA
Dipartimento spionaggio della pro loco Cantorso

Castagno

Uno stimato rappresentante della comunità delle piante che possiamo sicuramente definire imponente. Alto fino a 30/35 metri con una circonferenza di tronco che può raggiungere i 6/8 metri, in passato poteva toccare anche i 60 metri di altezza, ma si sa che il 'c'era una volta' è sempre meglio. La sua è una lunga storia di interessi con l'uomo, anzi per dire il vero gli interessi sono stati soprattutto dell'uomo, anche se il castagno potrebbe averne approfittato sfruttando l'ingordigia umana per diffondere la sua specie, cosa che certamente ha fatto quando ha potuto.
Pensate al grano. Da quando 12000 anni fa iniziò la nostra civiltà con la rivoluzione agricola, il grano è diventato il cereale più diffuso al mondo. Siete proprio convinti che sia solo merito della nostra mano d'opera e che non ci sia di mezzo una qualche strategia di diffusione vegetale che ha ampiamente approfittato della situazione? La risposta non è così scontata, soprattutto alla luce delle nuove scoperte nel campo dell'etologia vegetale che ci hanno tolto non poche certezze. D'altronde i frutti del castagno sono ciò che più si avvicina ai cereali perché ricchissimi di carboidrati, tanto da meritarsi il medioevale epiteto di "albero del pane".
La vita media di tutte le specie di organismi viventi è stata stimata intorno ai 5 milioni di anni, anche se i vegetali sono dei fuoriclasse in materia, raggiungendo stime molto più alte. L'homo Sapiens Sapiens, infatti, è apparso sul nostro pianeta solo 300000 anni fa, quindi, dall'alto dei suoi 10 milioni di anni d'età, il castagno può ben guardare agli uomini come dei fastidiosi e affamati pargoli rompiscatole. Probabilmente è per questa ragione che ha pensato di avvolgere i suoi frutti in pungenti involucri disseminati di abbondanti e appuntite spine per scoraggiarne il saccheggio. Nonostante ciò, gli uomini fanno manbassa di castagne da secoli e intere generazioni sono sopravvissute grazie a questi gustosi e nutrienti frutti, favorendo il nascere di mille leggende su di loro, perché si sa che quando all'uomo piace qualcosa subito ci ricama sopra con mille fantasticherie. Si narra, ad esempio che il castagno dei Centocavalli, situato sull'Etna, abbia salvato la regina Giovanna d'Aragona e i sui cento cavalieri fornendogli riparo da un terribile uragano, la chioma di questo esemplare misura ben 53 metri di circonferenza e si stima che l'albero possa avere 4000 anni. Il castagno è un compagnone di natura che non ama vivere isolato ma tende a formare grandi comunità, i castagneti, non disdegnando la vicinanza delle querce sue parenti come i faggi.
Gli piace costruire le sue colonie tra i 300 e i 1200 metri di quota, in ambienti con una temperatura media variabile tra i 10 e i 15 gradi e provvisti di abbondanti piogge perché ama molto l'acqua. Attenzione però, non lo troverete in terreni paludosi perché è un po' schizzinoso e non gradisce troppo i ristagni e l'acqua ferma, preferendo le zone ben drenate. Ama colorare le sue foglie con meravigliose tonalità che cambiano a seconda della stagione variando dal verde fino al giallo, l'arancione e il rosso, ma non lo fa per vanità, bensì, come tutti i suoi simili per lanciare chiari, precisi e mirati messaggi. Un tempo si riteneva che il fenomeno fosse dovuto alla diminuzione di clorofilla nel periodo autunnale, oggi si è capito che è un avvertimento lanciato agli insetti desiderosi di deporre su di esso le loro uova in previsione dell'arrivo dell'inverno.
Gli alberi spendono molta energia per colorare le loro foglie e dare un messaggio di forza e benessere agli aspiranti inquilini abusivi che cercano riparo per la stagione fredda, facendo loro notare che avrebbero sicuramente l'energia per scrollarseli di dosso e invitandoli nel contempo a trovarsi un'altra dimora Una curiosità sulle infinite possibilità che ci regala la natura: nonostante l'albero del castagno possegga i fiori sia femminili che maschili non è in grado di autofecondarsi, ma ha sempre bisogno di un altro esemplare della sua specie.